La risposta dei portuali di Genova

1658505_946884822023187_1924056051766457928_o Ieri mattina, 6 marzo 2015, dalle ore 8,30 alle 12 traffico bloccato in centro a Genova per il presidio dei lavoratori portuali davanti alla prefettura. Circa 350 lavoratori hanno bloccato la strada con gli striscioni della compagnia unica e delle altre aziende. Il coordinamento lavoratrici e lavoratori era presente con uno striscione di solidarietà e un volantino (link).Dopo poco tempo il prefetto ha fatto salire una delegazione di lavoratori e sindacati. In generale si contesta l’obiettivo del governo che è una totale liberalizzazione del sistema portuale su un modello che prevede l’eliminazione di ogni rigidità. Per intenderci si vuole applicare il modello dei porti inglesi. Da mesi la compagnie portuali di Genova (CULMV e Pietro Chiesa) assieme alla compagnia di Savona stanno invece proponendo una riforma simile a quella in vigore sui porti del nord (Anversa e Amburgo) in cui l’intero lavoro portuale è gestito da enti misti (lavoratori, imprenditori, geverno). Si tratta di due prospettive contrapposte. Da una parte l’azzeramento di ogni tutela lavorativa, dall’altra il mantenimento di un livello di tutele concordato. Lo sciopero a Genova è comunque riuscito con adesioni altissime, anche se la presenza in piazza non era elevatissima.

Da parte nostra abbiamo contribuito alla manifestazione propagandandola e partecipando con striscione e volantino. A nostro parere la deregolamentazione dei porti sta all’interno di un progetto generale di precarizzazione del lavoro. L’attacco alle compagnie è un attacco ad una struttura operaia rigida che lorsignori vogliono far saltare così come vogliono distruggere le strutture pubbliche per aver maggiore mano libera sulla forza lavoro. E’ una parte di un attacco complessivo che dura da anni. Privatizzazioni, delocalizzazioni, jobs act e attacchi al salario sono parte di una strategia in cui governo e imprenditori sono uniti. Per controbattere serve l’unità dei lavoratori. Per questo diciamo chi tocca uno tocca tutti e “con i portuali, uniamo le lotte”.

Di seguito il report di un compagno del Voltri Terminal Europa

Siamo arrivati al presidio alle 8:30 (quasi i primi), abbiamo appeso lo striscione del coordinamento con su scritto “chi tocca uno tocca tutti, Coord. Lavoratori Genova”. Saremo stati 3/400 lavoratori portuali e non, le sigle sindacali parlano di un adesione allo sciopero di quasi il 95% tra i portuali di genovesi. Personalmente ho volantinato avrò dato circa 100/200 volantini, pochi per i numeri in piazza, non perché non voluti. Il presidio è stato molto tranquillo, chi possedeva striscioni tipo le Compagnie li ha sistemati in mezzo alla strada fronte prefettura. Un momento prima che salisse la delegazione di lavoratori, i ragazzi del COORD e più precisamente i ragazzi del CALP hanno acceso una decina di fumogeni e altre tante torce contraddistinguendosi dal resto dei portuali che a mio avviso erano visibilmente calmi. Al momento di salire su dal prefetto c’è stato riferito che ci sarebbe stata la possibilità di andare a far parte della delegazione di lavoratori che avrebbe incontrato il prefetto, poi però declinata perchè chi sarebbe salito faceva parte del VTE e in quanto tale già rappresentato da un delegato sindacale per l’appunto VTE. Comunque all’interno della delegazione era già presente un altro lavoratore, CSM, facente parte del COORD. La delegazione di lavoratori ha chiarito che i portuali non ci stanno alla deregolamentazione del lavoro con la cancellazione dei articoli Art 16/17/18 della legge 84/94 che garantiscono un equilibrio di sicurezza e professionalità nei porti, che i Portuali vogliono il superamento della legge 84/94 sul modello di Anversa e non sul modello di Liverpool che porterebbe il lavoro portuale indietro di quasi 200 anni, che se necessario continueremo la lotta in altre forme e che quella di oggi è stata una dimostrazione di chi scende in strada nel caso non vengano accolte le istanze.

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